SHA-256, abbreviazione di “Secure Hash Algorithm 256-bit”, è una funzione crittografica fondamentale nel contesto della blockchain e delle criptovalute. Fa parte della famiglia di algoritmi SHA-2, progettata dalla National Security Agency (NSA) degli Stati Uniti e pubblicata per la prima volta nel 2001.
Progettata per essere resistente alle collisioni (ovvero, è computazionalmente impossibile trovare due input diversi che producano lo stesso hash), SHA-256 genera un valore hash di dimensione fissa di 256 bit (32 byte) partendo da un input di qualsiasi dimensione. Questo la rende ideale per creare identificatori univoci (hash) nei blocchi della blockchain, garantendo l’integrità e la coerenza dei dati. Ogni blocco della blockchain contiene l’hash del blocco precedente, formando una chain in cui qualsiasi alterazione in un blocco modifica il suo hash, interrompendo la chain e rendendo immediatamente rilevabile ogni tentativo di manomissione.
Nel contesto dei meccanismi di consenso Proof of Work (PoW), come quelli utilizzati da Bitcoin, i miner competono per risolvere complessi enigmi crittografici. Questo processo richiede la ricerca di un input specifico, chiamato nonce, che, una volta sottoposto a hashing insieme all’intestazione del blocco, genera un valore hash che soddisfa determinati requisiti (ad esempio, un numero prefissato di zeri iniziali). SHA-256 è lo strumento utilizzato per generare questi hash, contribuendo alla sicurezza della rete rendendo computazionalmente oneroso alterare la blockchain.
Una volta che una transazione è registrata in un blocco, non può essere modificata senza alterare l’hash del blocco stesso, preservando così l’integrità e la sicurezza dei dati della transazione. Inoltre, SHA-256 viene utilizzato per generare gli indirizzi dei wallet di criptovalute, derivati dalle chiavi pubbliche insieme ad altre funzioni di hash.
