La deflazione si riferisce a una diminuzione dei prezzi di beni e servizi, spesso accompagnata da una contrazione dell’offerta monetaria e di credito. Tuttavia, non sempre è così. Ad esempio, il calo dei prezzi nell’elettronica deriva principalmente da progressi tecnologici, maggiore produttività e automazione, piuttosto che da fattori legati all’espansione o contrazione monetaria.
Nel settore delle criptovalute, il termine deflazione viene utilizzato per descrivere un asset digitale che diminuisce nel tempo per natura. Ad esempio, se un asset ha un’offerta iniziale di 100 milioni di unità e un meccanismo di burn integrato ne riduce periodicamente la disponibilità complessiva, quell’asset viene considerato deflazionistico, poiché l’offerta totale tende a ridursi col tempo.
Tra le principali criptovalute, Bitcoin non è intrinsecamente deflazionistico al momento. Tuttavia, raggiunto il limite massimo di 21 milioni di unità, potrebbe diventare deflazionistico. Questo avverrà soprattutto a causa della perdita irrevocabile di token, ad esempio quando gli utenti smarriscono l’accesso ai propri wallet, rimuovendo così quei token dalla circolazione.
Ether invece, ha iniziato come una criptovaluta inflazionistica. Con l’introduzione di misure come il meccanismo di burn, è divenuta deflazionistica, poiché la quantità di Ether bruciata supera quella generata.